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L’ECONOMIA CIRCOLARE

Si sa che l’abuso verbale di svari termini è all’ordine del giorno, ma sappiamo davvero ciò che c’è dietro ad una definizione specifica? Ad esempio, se analizziamo “ECONOMIA CIRCOLARE” notiamo che spesso questo processo viene frainteso semplicisticamente con la “visione GREEN” adottata da imprese e privati.

Peccato che, se parliamo di ECONOMIA CIRCOLARE stiamo parlando di un vero e proprio business che, prendendo in causa come rifiuto specifico il #Legno, solo in Italia vanta 1,4 miliardi di € / anno e 6 mila posti di lavoro.

Incredibile vero? Eppure, sono i dati di un articolo pubblicato da ilsole24ore nel 2019.

In Italia, promotore di questo importante business è il consorzio Rilegno che si occupa di mantenere ed aggiornare una rete nazionale dedicata al #riuso del rifiuto legnoso che, come tutti i rifiuti, se gestito nel modo corretto permette alle imprese e ai privati un notevole risparmio annuo.

L’ECONOMIA CIRCOLARE è un’economia innovativa pensata per potersi rigenerare da sola, un ciclo produttivo capace di ridare vita a materie prime importanti e dare origine alla tanto menzionata ecosostenibilità.

Questa tipologia di economia, oltre ad essere parte integrante del PIL, consente di reintegrare nella biosfera tutti i materiali biologici, tra cui anche il legno che prende nuova forma e nuova vita.

Per garantire una corretta fluidità dell’economia circolare, ogni impresa e privato, seguendo le 4 macroaree definite dalla UE, è tenuto a misurare i propri progressi verso il mondo eco-stestenibile:

Livello1:

Produzione e consumo: ovviamente, ogni soggetto quale impresa o privato, è invitato a produrre il minor numero di rifiuti basandosi sul consumo minimo indispensabile;

Livello2:

Gestione dei rifiuti: la giusta gestione del rifiuto consente all’ impresa e/o privato di ridurre i costi destinati ai rifiuti. Difatti, una gestione corretta e omogenee permette di recuperare un maggior numero di rifiuti e consente di organizzare ritiro e recupero o smaltimento ottimizzando le spese da sostenere;

Livello3:

Materie prime secondarie: riutilizzare il rifiuto dando una seconda vita già dentro i confini dell’impresa e/o delle mura domestiche, è sicuramente un livello avanzato di economi circolare. Prima di gettare i rifiuti si suggerisce così di domandarsi “posso utilizzarlo in altra modalità?”, sempre se non parliamo di percorsi che impegnano i rifiuti nella produzione di energia sostenibile, impianti di riscaldamento, utilizzo di mezzi elettrici, …;

Livello4:

Competitività ed innovazione: parliamo dell’apice dell’ecosostenibilità, parliamo delle aziende all’avanguardia che si appellano all’uso di mezzi, macchine e percorsi produttivi letteralmente green con impatto ambientale quasi a 0 e con un consumo di rifiuti reso al minimo indispensabile.

Per giovare tutti delle proprietà dell’economia circolare, è essenziale capirne il significato e comprendere quando un’impresa o un privato possano ammortizzare i costi oltre che portare beneficio alla collettività e all’ambiente. Parliamo di una mission di respiro globale dove ogni persona ha la sua fetta di responsabilità.

Meglio non sottovalutare gli impatti positivi che, da subito, si possono misurare sulla propria realtà e, se si ha bisogno di aiuto, meglio rivolgersi ad un professionista prima di trovarsi problemi di origine penale!!!