
Il settore rifiuti durante il covid-19
Questo 2020 il Sars-Cov19 non è sicuramente stato clemente né a livello sanitario né a livello economico, difatti, arrivati quasi a fine anno siamo ancora un Paese in “stato di emergenza” che cerca i giusti mezzi per equilibrare le tutele sanitarie ed economiche, tant’è che non difficile notare le difficoltà di alcuni settori che, più visibilmente di altri mostrano le loro problematiche.
Certo è che tra i settori sotto i proiettori mediatici, anche questa volta, il settore rifiuti non lo troviamo e possiamo solo raccontarci tra noi quelli che sono i rischi e le criticità che il settore del fine vita delle materie incontra. Ad esempio, possiamo prendere in causa il pericolo alla quale vengono esposti gli operatori di impianto, interfacciati a rifiuti non controllati e tendenzialmente contenenti scarti di materiale di protezione contro il coronavirus. Si basti pensare al numero di mascherine che quotidianamente gettiamo nell’indifferenziata, rifiuto di cui, ad oggi, non abbiamo certezze sulla loro eventuale funzione di mezzi divulgatori di virus.
Per tutelare ambiente e salute pubblica, in questo periodo storico è doveroso investire attenzioni speciali al come svolgiamo la raccolta differenziata domestica ed industriale.
Il settore dei rifiuti, come molti altri settori, si è trovato impreparato nel coordinare direttive comuni ed uguali da applicare in tutto il sistema impiantistico nazionale, così da incombere in difficoltà preoccupanti che iniziano dalla gestione della raccolta dei rifiuti di utenze domestiche e si prolungano fino all’impianto di recupero e smaltimento.
Un po’ diverso è il sistema di raccolta dei rifiuti industriali che, gestendo quantità di ritiro molto più elevate consente di attribuire al percorso di raccolta, trasporto e recupero-smaltimento un processo più ricercato e premuroso, diminuendo così l’esposizione al rischio degli operatori.
Se andiamo poi verso la macro-gestione dei rifiuti riscontriamo il problema legato all’esportazione dei rifiuti indirizzati verso altri Stati membri UE. Questa problematica si manifesta sul buonsenso degli impianti che, per principio di precauzione, evitano di vuotare gli impianti aumentando le tonnellate di rifiuti in deposito nel loro piazzale incrementando il rischio di esposizione degli operatori. Difatti, , visto il momento di criticità che affrontiamo, la circolare del 27 marzo 2020 ha permesso agli impianti eventuali sovraccarichi di rifiuti incombendo al concreto rischio dell’interruzione del servizio, permesso acconsentito a patto che i rifiuti siano ben gestiti e tenuti sotto controllo per l’intera durata dell’emergenza.
Di seguito riportiamo alcune normative degli ultimi mesi, legate al mondo dei rifiuti e la sua gestione:
- il Decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 che è stato convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27 e che riporta (art. 113) la proroga di alcuni adempimenti relativi alla normativa ambientale e amplia (art. 113-bis) termini e quantità previsti dal Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale);
- un documento dell’Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca Ambientale e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA);
- i Rapporti dell’Istituto Superiore di sanità, ad esempio il Rapporto n. 3/2020 che riporta “Indicazioni ad interim per la gestione dei rifiuti urbani in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus Sars-Cov-2” aggiornato al 31 maggio;
- il documento della Commissione Europea del 14 aprile e dal titolo “ Waste management in the context of the coronavirus crisis”.